Per dare al viaggiatore o al pellegrino una informativa che, anche se succinta, possa essere sufficiente ad illustrare l'importanza storica ed artistica della Badìa di San Michele ai Laghi di Monticchio è necessario un preventivo lavoro di ricerca. Tale lavoro deve innanzitutto analizzare ed individuare i singoli fatti storici relativi non solo alla Badìa tal quale, che è certamente il monumento più significativo, ma anche agli altri elementi, di quello che potremmo chiamare il "PARCO ARCHEOLOGICO di MONTICCHIO". Veramente interessanti e tutti legati storicamente e culturalmente alla Badìa sono la bellissima Abbazia di Sant'Ippolito, l'abitato di Sant' Andrea di Statignano con la sua "cappella del Curato", il Castrum Monticuli Normannorum, l'antica Monticchio, oltre ai ponti sull'Ofanto di Pietra dell'Olio (detto anche comunemente e chissà mai perché "Ponte di Annibale") e di Pons Aufidi (o "Pons Veneris", da cui prende il nome il vicino abitato di "Monteverde"). Ma non bisogna trascurare gli aspetti artistici, quelli culturali ed anche quelli geografici, essendo i monumenti in esame situati nella zona più affascinante della Basilicata settentrionale, sulle pendici e nel cratere, impreziosito da due laghi, del Monte Vulture, vulcano di avanfossa spento. L'analisi degli elementi, come accennato, deve esser seguita da un lavoro che sia in grado di riaccorpare ed armonizzare i fatti storici, le creazioni artistiche, gli aspetti spirituali in un unico contesto. Ciò presenta delle difficoltà create dalla scarsa conoscenza che abbiamo di molti eventi, e dalla qualità della documentazione, in parte composta da falsi. Inevitabili quindi i dubbi ed amene talvolta le ricostruzioni.
Per questo ho preferito raccontare la Storia della Badìa per flash, per quanto possibile precisi e riferibili a fatti e realtà certe, cercando infine di amalgamare il tutto.
Nel sito sono presi in esame i monumenti sopra elencati, che fanno parte dell'ipotetico "Parco archeologico di Monticchio". Le Storie di "San Michele", del "Castello di Monticchio" e della "Badìa di Sant'Ippolito" sono strettamente intrecciate e non possono considerarsi se non prese nel loro insieme.
La documentazione esistente, soprattutto quella relativa alla Badìa è vasta ma, come spesso avviene per i documenti medievali, questi stessi sono talvolta imprecisi, specie nelle date e spesso falsi. Ciò perché si trattava di documenti utilizzati in appoggio a pretese e rivendicazioni su chiese, casali, terreni ed altro.
La Storia della "Badìa di San Michele" (o "Badìa di Monticchio") inizia, secondo un documento arrivato sino ai tempi nostri, col... documento stesso che risalirebbe al mese di Maggio 967 A.D. e che attesta... la "Donazione del castello di Monticchio con la giurisdizione e immunità da qualunque servitù fatta alla Badìa di Sant'Angelo in vultu da Pandolfo principe di Conza e Signore di Rapolla". Questo documento, ancorché sicuramente falso, è sempre stato il punto di riferimento della legittimità feudale di Monticchio.
NOTE ARCHEOLOGICHE
La zona comprendente la "Badìa di San Michele", la "Badìa di Sant'Ippolito", il "Castrum Monticuli Normannorum ", "Sant'Andrea di Statigliano" ed i "due Ponti sull'Ofanto", a giudicare dagli sparsi ed abbondanti resti del "passato", ancorché spesso "modesti", è da ritenersi sia stata abitata quasi sempre in modo intenso e continuativo.
La regione del Vulture d'altronde era apprezzata dagli antichi tanto che ne parla anche il venosino Orazio:
... Me fabulosae Vulture in Apulo Altricis extra lime n Apuliae Ludo fatigatumque somno Fronde nova pueres palumbes Texere ...
Il Concilio Ecumenico di Meltì, tenuto nell'estate 1059, fu indetto da Nicola (o Niccolò) II ed ha una enorme importanza nella Storia della Badìa. Infatti il Pontefice, durante il Concilio stesso, con un atto che avrebbe cambiato per secoli la politica europea, assolse Deo favente i Normanni d'ogni peccato, rendendoli suoi Vassalli. I Normanni a loro volta gli si riconobbero tali pro auxilio beatis Michaelis Arcangeli.
Il 13 Agosto sempre del 1059, Nicola II con 5 Cardinali, 7 Arcivescovi, (tra cui quello di Bari, 15 Vescovi, consacrò l'edicola oggetto del culto .
. . "In un angolo di detto Monte Vulture, sotto le straripevoli balze, vi è la divotissima Grotta dedicata al Glorioso San Michele Arcangelo, celebre anche presso gli Antichi per gli miracoli e prodigi ivi operati da detto Supremo Serafino. Fu poscia nell'anno 1059 consacrata da Niccolò II Sommo Pontefice che, ritrovandosi in Melfi, ivi si conferì".
(Da Le memorie storiche della Lucania).
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